Gaia-Segattini

Conosco Gaia Segattini da parecchio tempo perchè ho cominciato a seguire il suo bellissimo blog Vendetta Uncinetta ed i suoi contributi su varie testate online di moda e costume  come Vanityfair.it. Poi nel Febbraio 2014 ci siamo conosciute in occasione della sua partecipazione come relatrice ad Abilmente-Vicenza al Convegno "La creatività come fonte di realizzazione personale, opportunità e business" da me organizzato.
Per me è stato molto piacevole rendermi conto che l'immagine che mi ero fatta di lei, come di una persona molto preparata e professionale, ma anche simpatica, vivace ed autoironica, si sposava perfettamente  con la persona che avevo davanti.
Ci siamo intese subito, perchè condividiamo le stesse idee e la stessa visione del mondo handmade  che bazzichiamo online e anche nella vita reale. Da quel giorno abbiamo avuto altre occasioni per scambiare quattro chiacchiere e  oggi  voglio condividere con voi il suo punto di vista sul panorama del nuovo artigianato 2.0.
Gaia ha avuto, per motivi lavorativi che risalgono alla sua precedente attività di designer di moda, molti contatti e conoscenze in ambito internazionale e questo le ha sicuramente donato uno sguardo che va al di là dei nostri ristretti confini. Ha seguito, fin dagli esordi, tutti i fenomeni di costume d'oltreoceano che hanno portato alla rinascita e allo sviluppo del prodotto artigianale ed unico e lei stessa ha fatto la scelta di abbandonare il mondo della moda per ritornare in una dimensione più umana ed etica, decidendo di iniziare un'avventura che le sta dando molte soddisfazioni .
Per raccontare il suo lungo  profilo professionale e quello di cui si occupa in questo periodo, dovrei fare un post in più puntate, ma se siete curiose di sapere qualcosa in più del suo curriculum, vi invito a leggere il suo "About".

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E proprio partendo da  tutte le attività che Gaia  ha fatto in passato e da quello che sta facendo nel presente, mi sorge spontanea la prima domanda:

Tu sei una creativa, una designer, una blogger, una professoressa, una organizzatrice di eventi, fai workshop, sei una autrice di libri, sei una social media influencer, una che crea connessioni: quale tra tutte queste attività ti piace di più e quale esprime al meglio la tua creatività?

 Non lo so, non ho una predilezione, il problema è proprio questo: è che mi piace fare tutto. Se capissi che cosa mi piace fare di più, focalizzerei meglio le mie energie; in realtà quando riesco a fare le cose bene, mi piace tutto tantissimo. Ho una dispersione di energie enorme ed una fatica consequenziale a fare passare ad un livello successivo tutto quello che faccio.... Devo capire che cosa voglio fare da grande... Il fatto di fare tante cose ti porta ad avere un pubblico molto variegato. Sul mio social network preferito Instagram, mi segue Paola Marella, Mollie Makes, Carla Gozzi e Hello Sandwiches, tutte personalità completamente diverse le une dalle altre che rispecchiano in pieno tutte le mie varie attività.

E come fai a conciliare tutte queste occupazioni?

Conciliare tutto questo? I miei amici non li vedo più, non ho il tempo fisico per vederli e poi alla fine sono una che sta bene a casa da sola a fare le mie cose e per quanto riguarda la famiglia, sono fortunata perchè ho un compagno con cui vado molto d'accordo. Vorrei seguire un pò di più mio figlio, anche se qualcuno dice che lo seguo troppo. Io e lui abbiamo ora un buonissimo rapporto.

DMC Borchie Tiara Gaia Segattini-7

Il tuo linguaggio creativo è sempre stato influenzato dalle ultime tendenze della moda e sei sempre stata molto attenta all’ evoluzione della scena handmade internazionale. A volte si ha l’impressione che noi italiane arriviamo sempre un po’ in seconda battuta e tendiamo a seguire e farci condizionare dai trend che si captano in rete. Tu cosa pensi al riguardo?

 Si, in un certo senso è vero. E' una forma di insicurezza di fondo, per cui chi ha iniziato adesso a fare un certo tipo di cose, gli sembra un pò vecchio il guardare alla tradizione e gli fa novità guardare alle mode costruite all'estero.  Questo è giusto perchè bisogna guardare tutto ciò che c'è di nuovo, ma penso che una tecnica è una tecnica, è poi come la si utilizza che fa la differenza.
Quello che non trovo giusto è che vengono collegate le tecniche con i prodotti. Una tecnica può essere sviluppata in due miliardi di modi e quindi ci fanno considerare una tecnica come vecchia o come trendy, quando invece la novità non è creare nuove cose, ma interpretarle in maniera diversa cambiando ad esempio una misura, un materiale, un colore.
Io penso che questa voglia di guardare all'estero a tutti i costi, sia dovuta ad una mancanza di radici, dovuta ad un salto generazionale. Penso che sia solo una fase iniziale, perchè vedo già persone che utilizzano tecniche molto tradizionali e considerate un pò stantie in una maniera molto personale ed innovativa.
Ci vorrà del tempo, della consapevolezza e molta sicurezza di sè, per ritrovare la nostra identità.
Quando io lavoro ad un nuovo progetto, ad esempio all'uncinetto, io non guardo mai oggetti realizzati all'uncinetto, ma trovo ispirazione in altri ambiti, altrimenti vedo cose che sono state già fatte da altri e quindi questo diventa solo una gara al tecnicismo, ma senza nessuna innovazione.
Siamo talmente imbevuti di cultura dell' artigianato, che forse in questo momento abbiamo bisogno di affrancarci dalla tradizione per sentire di fare qualcosa di nuovo, un pò come l'adolescente che ha bisogno di ribellarsi per trovare poi da solo la sua strada, ma ci sta anche un momento di esterofilia.
A volte questa modalità di guardare ai riferimenti tecnici ed estetici esteri, viene preso anche come un'arma: oggi si vedono molte persone che copiano di sana pianta mode e manufatti di cui la rete è piena,   spacciandoli come propri per farsi vedere più avanti.
Pensano erroneamente che tanto le persone non ne capiscono niente, non bazzicano tanto su internet e magari non conoscono l'inglese.  Poi però queste persone promuovono il proprio lavoro in una maniera molto provinciale.
Dobbiamo quindi crescere e pensare che le cose arrivano lentamente con tanto lavoro dietro e che le scorciatoie non portano a nulla.

Anche tu come molte “girls” in questo ambiente, sei approdata a questo mondo creativo, dopo una seconda o terza esperienza lavorativa. Personalmente sono convinta che questo aspetto influenzi fortemente il nostro modo di porci nei confronti di un nuovo lavoro. Pensi che questo sia un bagaglio scomodo da portarsi dietro o sia utile e funzionale a ridisegnare una nuova attività imprenditoriale?

Fondamentale. Tutto quello che abbiamo fatto, a livello professionale, ci guida ed è il nostro modo di approdare in questo settore. Se io mi sono occupata di economia avrò un'approccio più commerciale, più organizzato, mentre se mi sono occupata di design come me, avrò un aspetto progettuale diverso ed una visione di tendenze che un'altra persona non ha, mentre se ho lavorato nella comunicazione, avrò uno sguardo più attento alla pubblicità e alla comunicazione dei miei oggetti.
Io sono arrivata a questa attività proprio perchè  il mio tipo di lavoro non aveva più nessun contatto con la realtà del prodotto e questa cosa mi  mancava. La vedevo come un aspetto fondamentale per fare bene il mio tipo di lavoro.
A questo tipo di settore sono arrivate donne di tre tipi: persone che si sono trovate a doversi inventare un lavoro per sbarcare il lunario, per arrotondare o per risparmiare in questo momento di crisi.
Ci sono poi donne che hanno fatto una scelta volontaria di tornare indietro. Magari erano persone che avevano lavori anche di tutt'altro tipo come manager ad alto livello ( questo è un fenomeno che proviene soprattutto dall'America ) e che si ritrovavano a piangere sui post delle "mormone" che sfornavano torte tutto il giorno. Si rendevano conto che avevano tutto, ma che non avevano niente
E po ci sono donne come me, che già lavoravano, provenienti da studi e scuole specifiche, con attività legate al design e alla creatività, che si sono trovate frustrate perchè non trovavano un lavoro adatto. Io facevo un lavoro tecnicamente creativo, ma  in realtà era un attività  che svolgevo praticamente solo al computer con uno scollamento totale con la realtà produttiva: sentivo la necessità nuovamente di un contatto con la materia.

Quando hai deciso di cambiare lavoro sapevi già quello che volevi fare?

No assolutamente. E' stato tutto molto imprevedibile anche perchè il lavoro come lo sto facendo io, di fatto non esiste. Una cosa positiva che ho visto subito è che nel lavoro precedente, legato alla moda, ho avuto sempre un rapporto di amore e odio e non parlavo mai del mio lavoro con altri, a casa, con gli amici.  C'erano dei lati del mio lavoro che mi davano molto fastidio come la presunzione e lo snobismo che c'è in questo campo. Mi sono sempre sentita un pò un pesce fuor d'acqua e al di fuori di questo mondo, mentre ora questo sentimento è un punto di forza, perchè riesco ad avere uno sguardo esterno e trasversale. Ora posso decidere di fare le cose che preferisco e non devo sottostare alle leggi di mercato e quello che mi piace di più, è che ho sentito subito un'enorme sicurezza della bontà, dell'eticità e dei valori economici che stanno dietro a questo mondo. Sono estremamente convinta di quello che faccio e questo mi ha permesso di parlare di questi valori senza imbarazzo, di fare foto,di mettermi in mostra.

Gaia-Segattini2

Le tecniche che prediligi per le tue creazioni sono l’uncinetto ed il riciclo creativo legato al tessile, perché?

 L'uncinetto perchè è molto uterino ed istintivo, rispetto alla maglia che è molto più organizzata come procedimento mentale ed è molto focalizzata sull'abbigliamento. La maglia è più morbida ed accompagna il corpo, mentre l'uncinetto, alla fine, è fatto di nodini ed è più adatto per l'arredamento, l'accessorio, i giocattoli. E' una tecnica molto più trasversale e proprio per questo mi assomiglia di più come persona.
Il riciclo creativo perchè per il tipo di lavoro che facevo, sono sempre stata attenta ai dettagli e ho sempre pensato a come poter riinventare un capo. Io sono molto minimale nel vestire: mi ha sempre affascinato l'abbigliamento maschile, quello da lavoro, il militare. Essenzialmente sono anche molto pigra per cui cerco di fare una cosa molto divertente e diversa in 5 secondi... minima impresa, massima resa...

Una delle tue caratteristiche è sempre stata quella di utilizzare un linguaggio creativo e personale molto autoironico e dissacrante, pensi che sia dovuto anche a questo, la chiave del tuo successo?

 Si, assolutamente si. E' ovvio che io sono così, non perchè lo studio a tavolino, ma perchè sono così, io scherzo sempre e credo che di battute  ne farò anche sul letto di morte. E' una delle cose che le persone ricordano più di me.
Ho un modo dissacrante di parlare delle cose, pur sapendone parlare in maniera molto seria e circostanziata quando voglio.  Proprio per questo, quando lo faccio, salta ancora di più all'occhio.
Viviamo in un paese che ha una cultura dell'artigianato molto radicata e le persone si prendono molto sul serio, ma questo tipo di atteggiamento scoraggia molto chi è alle prime armi.
Quindi il mio modo di fare è che non sarò mai una "espertona" tecnica, mentre la mia intenzione è quella di far capire alle persone dall'altra parte della barricata : "ehi, qui ci si diverte e non è così impegnativo e difficoltoso come sembra" . Il mio ruolo è quello di fare un pò da Caronte da una sponda all'altra, una sorta di PR dell'handmade.

Gaia-Segattini3

Uno dei tuoi pregi per me è proprio quello di usare un linguaggio molto vicino alle giovani generazioni e quindi ad interessarle anche ad entrare in questo mondo handmade

Si in effetti, questo è dovuto anche al mio precedente lavoro, in cui dovevo essere attenta alle nuove tendenze e alle mode che si stavano delineando. Ora mi basta solo un piccolo particolare che capto in giro  per individuare quello che andrà in futuro.

Quali sono i tuoi prossimi progetti? A cosa stai lavorando in questo periodo?

logowekeendoitSto lavorando ad un nuovo manuale sull'uncinetto per principianti che uscirà nella stagione autunnale, con progetti semplici, nel mio stile, in cui è più interessante l'idea che l'approfondimento tecnico.
Un altro progetto a cui mi sto dedicando riguarda una collaborazione con un produttore di maglia su di una collezione per bambini.
E per ultimo sto organizzando la nuova edizione dell' evento Weekendoit a Ancona presso la prestigiosa sede della Mole Vanvitelliana che è il polo culturale della città.  L'appuntamento è per il week-end  del 11/12 - 18/19 e 25/26 di Luglio. E' una manifestazione un pò diversa dal solito: non è una mostra mercato. Mi sono resa conto che in Italia tutti gli eventi che venivano organizzati si riferivano alla vendita di manufatti.
Ho pensato come prima linea di importanza l'apprendimento delle tecniche, l'avvicinare le persone comuni alle tecniche artigianali e di nuova generazione legate alla manualità, rendendo protagonisti degli insegnanti un pò fuori dalle righe; spesso persone molto giovani che hanno imparato da sole e non l'artigiano tradizionale.
Il tutto comunicato  con un linguaggio contemporaneo, con un massiccio utilizzo dei social network, con un approccio molto scherzoso e disinvolto e con  un accento proprio sulle tecniche insegnate ed il confronto. Ci saranno delle tavole rotonde e dei racconti di storie non legate alle attività imprenditoriali, ma soprattutto di realtà che in questo momento stanno aiutando la scena handmade a strutturarsi e a proporsi al grande pubblico. Siete tutti invitati!

Sei un punto di riferimento per molte creative che ambiscono a trasformare il loro hobby in un lavoro: hai qualche consiglio da dare, per aiutarle ed incoraggiarle a realizzare il loro sogno?

 Tanta ricerca, rete, collaborazioni, cura dell'immagine e dei contatti. Ma specialmente un prodotto originale, semplice e contemporaneo. Capire cosa c'è nell'aria, non troppo presto e mai troppo tardi. Umiltà, sorrisi e vi prego, niente lamenti o sparate sui social!

 

che dire.... più sintetica e diretta di così.... imparate gente, imparate!!!

 

Le immagini e l'idea di questa particolare realizzazione sono un copyright (c) di Hobbydonna.it

E' proibita la riproduzione per scopi commerciali.

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