Presentiamo oggi un'iniziativa che esce dal nostro confine italiano e va ad aiutare l'Africa proprio quando tutti ne fuggono.
Dare una mano alla gente di queste terre splendide e maledette a recuperare non soltanto la dignità , ma anche le risorse economiche in grado di consentire un loro reale inserimento nel mercato internazionale. Questo è l'obiettivo principale del "Progetto di formazione per lavori artigianali" destinato a quindici- venti donne tra i 15 e i 25 anni, della missione a 30 km da Tindouf, terra del popolo Saharawi.
Parte da Formia il viaggio della onlus umanitaria, dall' Associazione Formia Saharawi Onlus, pensato in prima battuta da una creativa di eccezione: Carmen Fantasia di Gaeta, in arte Gizia Gioielli, nostra collaboratrice ed esperta per la parte fiscale.
Punta verso il deserto del Sahara, 2.500 chilometri all'interno dell'Algeria. E' Lia Gallo, di Filati & Segreti di Lia Gallo con la sua associazione "Le antiche e moderne arti del mondo tramandate dalle nostre mamme", che promuove il seguente progetto: impegnare, formare, istruire queste giovani donne della missione a realizzare e creare artigianalmente dei manufatti, facendo una vera e propria attivita' di laboratorio, anzi istituendone uno, cercando di attenersi alla concezione piu' italiana del termine.
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Chiediamo a Lia di parlarci di lei e della sua missione in quelle terre:
"Quarant'anni compiuti da poco, specializzata in lavori all'uncinetto e ai ferri, mi è stato affidato un compito delicato: formare, istruire e quindi porre le condizioni per realizzare un piccolo laboratorio; far conoscere e apprendere anche quando io saro' andata via, sotto la guida di una signora locale che parla italiano, quante piu' nozioni possibili, per realizzare loro stesse dei prodotti, sfruttando il lavoro delle loro mani, che daranno loro un sostentamento futuro.Porteremo dall'Italia tutti gli attrezzi da lavoro, filati estivi e invernali, in fantasia e tinta unita, in rocche e gomitoli. Settanta i chili di filati e tutto cio' che puo' servire: dalle forbici, agli aghi, ai cucirini, ai metri da sarto, ad una vasta gamma di colori di fogli di feltro, per adornare e completare le loro opere, compresi palline di feltro e bottoni di varia misura, colore e genere."
Teoriche, ma soprattutto pratiche, le lezioni di Lia.
"Sarò impegnata " dice convinta " prima a illustrare ciò che portiamo e poi successivamente a come usarlo. Realizzeremo piccoli progetti come sciarpe, collane, scaldacolli, lavorati ai ferri e all'uncinetto, portiamo 10 telai per la realizzazione di moduli per comporre scialli, copertine, stole, borse; insegnero' a queste giovani donne che tutto dei materiali si utilizza, senza buttare via nulla, ovvero, anche con piccoli ritagli, eseguiremo piccoli accessori come anellini, spillini, bottoncini....
Tutto cio', considerando che in quelle terre non esiste energia elettrica, quindi faremo tutto a mano, non avendo la possibilita' di utilizzare macchine da cuicre e pistole a caldo. "
Da insegnante a esploratrice, Lia, come tutti gli altri componenti della spedizione umanitaria. Ci dice ancora che dovrà ispezionare i principali centri più vicini alla missione e individuare i materiali che le donne di questa tranche del Sahara hanno a disposizione.
"Lo scopo principale della mia presenza in questa fascia di deserto è dare alle donne la possibilità di formarsi, di apprendere quindi le tecniche più idonee per realizzare i loro prodotti, iniziando così un'attività propria che consenta loro di poter vivere in maniera autonoma e senza più assistenzialismo".
Sensibilità verso i problemi di chi soffre per le tante ferite ancora aperte in questa regione del mondo martoriata da guerre . Ma anche la consapevolezza di dover indirizzare questa gente verso il circuito di economia internazionale in grado consentirne in pieno anche l'autodeterminazione e l'autonomia.
"Abbiamo pensato " spiegano i vertici dell'Onlus laziale " a una forma di microcredito. Abbiamo finanziato piu' di 3mila euro di merce. A Lia abbiamo dato il compito di insegnare a un campione selezionato di donne del deserto le tecniche per la realizzazione di indumenti e accessori come, ad esempio, le borse. Tutti i prodotti verranno poi venduti in Italia, magari in mostre allestite in stabilimenti balneari, o in selezionati negozi delle due localita' balneari: Formia e Gaeta. Il ricavato dalla vendita tornerà in Africa e verrà utilizzato per consentire a queste donne di immettere sul mercato nuovi prodotti".
Quindici giorni di full-immersion nel cuore del deserto del Sahara, a stretto contatto con i protagonisti di una realtà locale difficile.
Conclude ammettendo Lia " Sono consapevole di andare laggiù non soltanto per insegnare le nostre tecniche di filato. Il mio è un progetto ad esclusivo sfondo di volontariato, mira a lasciare in queste donne non solo le prime nozioni delle varie tecniche di queste arti, sperando di continuarle in futuro, ma anche un modo per far impiegare bene il loro tempo, sfruttando le loro capacita' attraverso un vasto mondo di creativita'.
Il mio paziente e laborioso lavorio, iniziato per questo progetto gia' da qualche tempo, continuera' e culminera' con un viaggio a migliaia di km da casa, con grandi sacrifici, con spero moltissima soddisfazione, ricevendo una profonda nozione di umanità."
Facciamo tanti auguri a Lia per il suo bel progetto e le promettiamo che ci terremo informate riguardo all'evolversi della sua attività in Africa e cercheremo di dare una mano per portare avanti questo Laboratorio con nuove iniziative future.
Buon lavoro ed in bocca al lupo, Lia!!!!
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